A tutto c’è un limite. Anche per il nostro pianeta ne esiste uno, al quale ci stiamo avvicinando con estrema velocità. Ed è quello della disponibilità di risorse e della capacità rigenerativa delle stesse per continuare a soddisfare le necessità primarie degli esseri viventi sulla Terra.
È per questa ragione che le Nazioni Unite hanno fissato degli obiettivi globali da perseguire entro il 2030, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs).
L’assunto di base è quello di “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere quelli della generazione futura”, come definito nel 1987 nel Rapporto Brutland, altrimenti noto come “Our Common Future”. In una parola: sostenibilità.
Tuttavia, per un’importante inversione di rotta che conduca ad una rapida e salvifica frenata, c’è bisogno di andare ben oltre il concetto ormai comunemente noto di riduzione dei rifiuti prodotti – e dunque pratiche come il riciclo e il riuso – , che seppure fondamentale, risulta essere insufficiente al raggiungimento dello scopo.
E’ ormai urgente infatti la necessità di apportare modifiche strutturali in più ambiti, poiché il benessere ambientale risulta strettamente collegato non solo alle scelte che si operano in ambito economico, ma anche alla dimensione sociale, alla qualità della vita e alle scelte del singolo individuo. Un approccio olistico e sistemico in cui tutti gli attori sono chiamati a contribuire, pubblici e privati, imprese e cittadini.
Ben 17 obiettivi di sviluppo sostenibile sono stati dunque formulati per operare in questa direzione e l’intera comunità internazionale è intervenuta negli ultimi anni per declinare nelle agende governative dei Paesi coinvolti i princìpi base non solo di una economia sostenibile, ma anche di una società e di una politica sostenibili.
Interessante a questo proposito è l’approfondimento offerto dal Portale ESG (Environmental, Social, Governance).
Tuttavia, anche un altro importante ente porta avanti ricerche e studi di settore sul tema: la Ellen MacArthur Foundation, che porta alta la sua bandiera in questa grande rivoluzione del vivere.
I suoi fondatori, ormai diversi anni fa, hanno deciso di investire parte delle loro fortune in qualcosa che fosse d’aiuto all’intero pianeta, donando dal 1978 ad oggi ben 5,5 miliardi e mezzo di dollari ad organizzazioni senza scopo di lucro a sostegno della causa.
All’interno del loro sito web potete trovare tutte le ultime novità non solo in materia di economia circolare, ma anche circa i principali temi ad essa correlati, nonché tutta una serie di riferimenti teorici e pratici per meglio comprendere la tematica.
Non possiamo che lasciarci ispirare.
NIOD
Redazione