Prima di affrontare l’approfondimento sulle tipologie e sulle fonti di finanziamento, argomento di urgente importanza e costante attualità, nel prossimo appuntamento, dedichiamo questo spazio ad approfondire una premessa fondamentale per le aziende che vogliono accedere a crediti e finanziamenti: l’equilibrio finanziario.
Cosa significa equilibrio finanziario?
L’equilibrio finanziario è la causa prima e le diverse tipologie di accesso al credito sono solo la risposta al problema principale che è quello di mantenere in equilibrio la gestione finanziaria dell’impresa.
Un’impresa in equilibrio finanziario – oltre che economico e patrimoniale – è un’impresa sana, ma soprattutto un’impresa duratura!
Un’impresa che guarda con serenità alla futura e alla sua continuità.
Ricordiamoci sempre che il fatturato è pura vanità, l’utile è salute, ma la vera regina è la Cassa!
Certamente, perché posso avere fatturati altissimi, generare utili altrettanto grandi, ma se poi non riesco a fare fronte alle mie obbligazioni, perché non riesco ad avere liquidità e quindi ad essere in equilibrio finanziario, sono destinato, molto probabilmente, a farmi molto male.
Su questo cardine è incernierato anche tutto il Codice della Crisi di Impresa entrato pienamente a regime da luglio scorso.
Cosa significa Equilibrio Finanziario, quindi?
Andiamo a vedere l’etimologia della parola “equilibrio”: deriva da due parole latine “aequus” che significa, uguale, equo, corretto, giusto e “libra”, che significa bilancia.
Di conseguenza Equilibrio finanziario significherà “giusto bilanciamento” della finanza.
Senza scomodare termini e approfondimenti troppo tecnici, qui inutili e anche fuori luogo, è sufficiente porsi un semplice domanda: riesce la mia impresa a fare fronte alle uscite con le entrate? I flussi in entrata ed in uscita sono allineati temporalmente? Le mie attività a breve, medio e lungo termine trovano la loro corrispondenza nel passivo di bilancio? Oppure si intravede un “disequilibrio”?
Insomma, per mantenere l’equilibrio finanziario è necessario avere una quantità di liquidità sufficiente per fare fronte ai propri debiti alle scadenze contrattuali e per provvedere agli investimenti necessari.
L’equilibrio finanziario si può anche misurare. Un particolare indice è l’indice di solvibilità, che possiamo calcolare insieme: prendiamo il valore delle attività correnti (compresi crediti a breve termine e rimanenze) e dividiamolo per le passività correnti. Se otteniamo un valore pari o superiore ad 1 avremo una buona capacità di rimborso dei debiti da parte dell’azienda. Un valore più basso è sintomo di disequilibrio.
Se poi dal calcolo escludiamo anche rimanenze e crediti otteniamo cosiddetto “test acido”, che è uno degli indici più utilizzati, perché restituisce un quadro della liquidità e della situazione finanziaria nel breve periodo. Anche in questo caso, il valore ottimale è superiore a 1.
Esistono altri valori di riferimento per approfondire lo stato di salute dell’equilibrio finanziario di un’azienda, ma non oggetto di approfondimento, oggi.
Quindi, riassumendo ed in estrema sintesi: un’azienda in equilibrio finanziario, cioè un’azienda i cui flussi in entrata sono superiori a quelli in uscita è un’azienda sana e con basse probabilità di andare in crisi. Potrebbe però avere problemi per far coincidere i flussi in entrata con quelli in uscita e qui entrano in gioco le soluzioni al problema vale a dire l’accesso alle forme di finanziamento di cui, però, parleremo una prossima volta.
Giancarlo Alimenti – Coordinatore del centro servizi Confcooperative per la Regione Lazio