La Regione Lazio, da quest’anno, ha approvato una legge per la tutela delle botteghe storiche.
Recentemente è avvenuto anche in molte altre Regioni italiane, ma rispetto alle altre stavolta la Regione Lazio è andata addirittura oltre – come anche la Regione Sicilia: infatti non solo ha incentivato la promozione, la valorizzazione, il sostegno e la tutela di questo patrimonio inestimabile ma è arrivata a costituire elementi e misure di “salvaguardia”.
Questa infatti è la misura dell’attenzione e della sensibilità che il legislatore pone al tema, che ha già mostrato con l’emanazione delle leggi regionali per le cooperative di comunità.
Il tema è importantissimo, rilevante per molteplici livelli di interesse, perché la “bottega storica” non è solo un negozio, il luogo di un’attività commerciale.
Riflessioni sul valore di una bottega
Una bottega storica è un’arca dei ricordi, della memoria, della storia, della tradizione, di ciò che eravamo, di ciò che siamo, della cultura nel senso più pieno del termine. È come leggere un libro antico, con il suo profumo, la sua fragilità, la sua consistenza al tatto, la sua “personalità”.
Un libro, che nulla può, certamente, in termini di efficienza e praticità rispetto ad un moderno e-reader, ma che predilige il fattore esperienziale oltre il servizio.
Nella memoria collettiva, il nostro immaginario si riempie di botteghe come quelle conosciute a chi scrive di Umberto e Giannino, i calzolai di un piccolo “paese che sta sulla collina”, o quella di Marcello che lavorava il cuoio, nelle quali era impossibile non perdersi come Pinocchio nel Paese dei balocchi.
Appartengono ai ricordi, alle storie personali, alla propria identità territoriale e sociale. Quelle botteghe che non ci sono più, quelle botteghe che stanno scomparendo anche nei centri urbani cittadini.
Ed insieme a loro scompaiono antichi saperi, antiche eccellenze artigiane, i bar storici, punti di riferimento e cultura, dove magari si dono decise le sorti di interi territori, dove si sono incontrati persone comuni e personaggi storici. Con le loro insegne e con i loro insegnamenti.
Ed insieme a loro scompare una parte di noi stessi sia come persone, ma soprattutto come comunità!
Ecco il perché dell’importanza di una legiferazione ad hoc sul tema, perché è importante promuoverle, valorizzarle, sostenerle e tutelare, ma soprattutto, attraverso e assieme queste azioni, salvaguardarle.
Non si può lasciare che chiudano questi “musei della memoria”!
Misure a salvaguardia di botteghe e mestieri
E’ fondamentale perseguire con ogni mezzo la salvaguardia delle “antiche professionalità”, come approvato dal Consiglio Regionale del Lazio successivamente alla Legge, che “impegna la Giunta a creare un Polo didattico regionale destinato alle “antiche professionalità”, quale centro formativo che metta in relazione vecchie arti e mestieri con le nuove generazioni”, oltre a chiedere la realizzazione di “un portale digitale regionale dedicato alla gestione delle botteghe storiche, che funga da piattaforma informativa sulle certificazioni e sulla qualificazione dei prodotti come made in Italy”.
Per ulteriori info si legga qui
Le Regioni individuano così i destinatari di misure di sostegno, promozione e salvaguardia ed i Comuni stilano i propri regolamenti per individuare quali siano tali attività, fissandone i criteri.
Ovviamente ogni Regione, nell’ambito della propria autonomia riservata dalla norma, stabilisce ed individua quale sia il perimetro entro cui poi i Comuni si devono muovere per l’individuazione delle attività. I criteri ed i principi ispiratori fanno riferimento al numero di anni di attività, anche in presenza di cambio di gestione, l’aver mantenuto lo stesso tipo di gestione o lo stesso genere merceologico, aver mantenuto la stessa sede. Richiamo l’esempio del Comune di Roma, che dopo l’approvazione della legge da parte della Regione Lazio avvenuta a gennaio di quest’anno, ha emanato il regolamento per individuare i beneficiari di 2,4 milioni di €.
Tra gli interventi stabiliti all’art.4 si prevede che La Giunta regionale concede contributi ai proprietari e ai gestori delle botteghe e attività storiche nonché ai Comuni che intendano adottare i provvedimenti di cui al comma 1, secondo le seguenti priorità:
- La collocazione all’interno di un edificio storico classificato;
- la presenza di un’architettura d’autore o di elementi architettonici di pregio;
- la presenza di una riconosciuta tradizione familiare, intesa come continuità di esercizio da parte del medesimo soggetto, suoi familiari, discendenti, eredi o aventi causa;
- l’esercizio di un’attività storica o tradizionale regionale;
- il riconoscimento dello specifico valore storico, artistico, culturale e ambientale di botteghe e locali o delle attività tradizionali ovvero del particolare pregio dei prodotti offerti;
- la presenza di strumenti, apparecchiature, arredi e suppellettili di specifico interesse artistico e storico, nonché l’inventario degli archivi e del patrimonio.
Anche le attività su aree pubbliche possono essere riconosciute come storiche, a patto che si trovino nello stesso spazio da settant’anni e che siano svolte in maniera continuativa anche da eventuali eredi.
L’invito è quello di navigare sulla rete per verificare la normativa di riferimento per ogni Regione, per verificare requisiti e misure di agevolazione destinate a queste attività preziose.
Lazio Link è come sempre a disposizione, per ogni approfondimento in tema, considerato anche il carattere regionale delle normative vigenti.
A presto, cari amici artigiani e professionisti!
Giancarlo Alimenti – Coordinatore del centro servizi Confcooperative per la Regione Lazio
NIOD
Redazione